La resa delle ombre è il mio primo romanzo, pubblicato da Alcheringa nella sua collana Ossidiane. Tratta di un viaggio ai “confini dell’anima”, come direbbe Eraclito, al limitare estremo tra ragione e follia.
Questo è l’incipit:
Piove anche questa sera.
È così da molti giorni ormai. A me non dispiace. La pioggia non alimenta la mia tristezza, anzi in parte la stempera, sciogliendola in mille rivoli e lavandola da ogni impurità.
Mi è familiare la pioggia. Nella mia vita ha avuto sempre un ruolo importante. Ho rischiato di morire per essermi abbandonata al suo battere incessante su una spiaggia di un mare ormai lontano; l’ho vista cadere come una coltre sulle persone che ho amato, avvolgendole in una dimensione liquida che offriva protezione. Io stessa mi sono affidata al suo potere nella speranza che cancellasse ogni traccia della follia in cui ho vissuto per molti anni.
La trama:
Lena non è soddisfatta della propria vita e pare in attesa dell’occasione giusta per lasciare il nido familiare. Il momento arriva quando incontra Janis, musicista e compositore che vive con il fratello maggiore Adrian.
Fin dall’inizio, l’incontro assume i tratti di un’esperienza totalizzante che le fa perdere i contatti con la realtà e la porta a vivere una relazione tormentata fatta di strane esperienze, separazioni e ricongiungimenti, dove Janis fluttua tra eccessi di follia e tentativi di suicidio. Ma sono proprio queste esperienze forti e dolorose a consolidare il legame fra i due giovani. Ciò porterà al cambiamento nel rapporto di simbiosi e morbosità in cui i due fratelli sono vissuti fino a quel momento e alla battaglia dei protagonisti contro le ombre che si annidano dentro ognuno di loro. (Dalla quarta di copertina)
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